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L'esperienza adattiva in acqua un percorso con ritmi e tempi individuali

L’acqua rappresenta per l’uomo una realtà esterna, un ambiente nel quale immergersi, un ambiente da esplorare, da conoscere, un ambiente nel quale adattarsi progressivamente secondo un percorso che deve tener conto della storia e delle caratteristiche di ciascuno.

Secondo Piaget, psicologo svizzero autore di numerosi studi sullo sviluppo cognitivo, il soggetto è un attivo costruttore delle proprie conoscenze. L’organismo si modifica attraverso gli scambi con l’ambiente.

Le strutture interne dell’organismo si trasformano, grazie all’interazione continua tra due processi che presiedono Agli scambi tra il soggetto e l’ambiente: l’assimilazione si verifica ogni volta che il soggetto incorpora nelle proprie strutture un elemento esterno. Tale processo trasforma i dati dell’esperienza , la realtà esterna, in funzione delle strutture interne; l’accomodamento consiste nella modificazione delle strutture in funzione delle caratteristiche della realtà assimilata: le strutture si adeguano alla novità. Queste due funzioni complementari guidano gli scambi dell’organismo con l’ambiente e ne determinano l’adattamento. L’adattamento, quindi, stabilisce la forma di equilibrio dinamico, fra organismo e realtà esterna.

La forma di adattamento più alta è, secondo Piaget, l’atto di intelligenza.

Le proprietà fisiche dell’acqua determinano costrizioni e vincoli che ciascuno di noi deve affrontare al momento dell’immersione. L’obiettivo principale dell’adattamento è quello di sviluppare una conoscenza personale , individuale, dei propri modi di reagire ai vincoli imposti dall’acqua.

L’esperienza adattiva in acqua viene vissuta mettendo in gioco l’intera personalità del soggetto: le componenti cognitive, motorie, sensoriali, psicologiche, affettive, relazionali e sociali.

Si tratta, dunque, di un’esperienza di tipo “globale”, durante la quale ciascuno può seguire un percorso di adattamento secondo i propri tempi e i propri ritmi.

La persona non dovrà conformarsi ad un modello da riprodurre, uguale per tutti, ma elaborare situazioni individuali aperte, che le permetta di vivere la propria esperienza corporea in acqua.

L’effetto della spinta di galleggiamento libera l’uomo dal peso del corpo e fa in modo che l’elemento acqua lo sostenga. Pur risultando il carico diminuito, il movimento più libero e meno faticoso, tale condizione obbliga a riorganizzare la funzione tonica e l’equilibrio.

Inoltre la persona deve fare i conti con la resistenza dell’acqua che rende difficili gli spostamenti e impone movimenti lenti e controllati.


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